Rientrando a casa
nelle mie riflessioni sul/in/attorno a…
ripensavo a questa frase:
trasmettere esperienza.
Ora. io non ne ricordo assolutamente l’autore.
dovrei scartabellare e ricercare, e ritrovare la citazione e…
Pedagogia teatrale.
Insegnare.
Ma tu cosa fai? Insegno teatro.
A non attori. A non professionisti.
Il confine è la linea acrobatica su cui si muove la nostra esperienza: perennemente in bilico sulle forze e sul tempo.
Amatoriale è una bellissima accezione “da amatore,da appassionato”, mutuata nel tempo a status di svilente dilettantismo: amatore, colui che recita possibilmente in parrocchia, tra scenari raccapezzati, con i camini dipinti, e quintaggi in legno, abbelliti di passamaneria da tappezziere del negozio all’angolo.
Amatore – dilettante.Un tempo si diceva di tutti quelli che non avevano avuto il privilegio di nascere, e quindi recitare in fasce, in una Famiglia d’arte. Amatori, dilettanti. Potevi aver studiato, potevi aver mutuato la tua esperienza altrove, ma sempre eri e restavi dilettante.
La linea di demarcazione poteva essere feroce: Figlio d’Arte, dilettante.
Indipendentemente dal talento, dalla passione, dall’esperienza.
Dilettante.
Oggi vivaddio, il teatro, coriaceo e caparbio, conservatore ed autistico, ha mantenuto e mantiene la stessa ferocia indifferenza. Poche realtà mettono a confronto dilettanti e professionisti.
Lo spartiacque è il segno della fragilità taciuta, con cui salvaguardare il proprio habitat di privilegio, il proprio personale orticello.