“Dalla centoventiquattro esce uno con una faccia da saraceno e un’Esportazione che gli pende dall’angolo della bocca, e ride. E quello è Pippo Fava.”
Di Giuseppe Fava si ricorda quasi sempre solo l’ultimo giorno. Come se quella morte, che lo aveva sorpreso di spalle, avesse provocato una frattura incolmabile. Un distacco traumatico – e irreversibile – da sessant’anni di vita, cancellati in un istante e rubricati tra gli elenchi a piè di pagina delle vittime di mafia. O appiattiti a modellare un esempio eroico, e privo di connotati, per le generazioni future.
Nelle Pagine del titolo – gli articoli e le inchieste pubblicate ne I Siciliani, le interviste, le opere teatrali, la narrativa, le testimonianze di Claudio Fava e Michele Gambino – abbiamo creduto di trovare, impigliati, frammenti di quegli anni. Dell’impegno civico e sociale, ma anche della curiosità, della passione, degli amori, della rabbia lucida e aspra, della capacità di comprendere, spogliate di retorica, le profondità della gioia e del dolore umano. Forse sopra ogni altra cosa, per noi Giuseppe Fava è stato – e rimane – un uomo vivo.
“Pagine” al Teatro Marconi, per la rassegna teatrale su Giuseppe Fava – SUL PALCO