La scala da Rosso di San Secondo, Teatro Sala Uno [Permette che mi ripari col cupolino, Rassegna ]

Teatro Sala Uno,
Roma
Rassegna "Permette che mi ripari col cupolino?"

La scelta de La Scala di Pier Maria Rosso Di San Secondo, si inserisce sempre all'interno del nostro percorso di ricerca e studi sul repertorio dell'attore italiano del primo trentennio del '900. Uno sguardo dall'interno, dalla parte delle scena. Rosso, portato in scena in questi anni soprattutto dalla regista Tatiana Pavlova, è autore modernissimo, i suoi personaggi, spesso privati di identità, si muovono dentro scenari anonimi, un ufficio postale, le scale di un palazzo, un locale notturno. Un mondo frammentario dietro cui riverbera la desolazione dell'immediato dopoguerra.

[La scala,  Teatro Sala uno]

La Scala, rappresentato nel 1925 al Teatro Olimpia di Milano, tratteggia un dramma familiare che si consuma all'interno di un anonimo condominio, in cui tutti sanno e tutto al contempo va taciuto. L'atmosfera chiusa, rarefatta, opprimente, in cui si muovono i personaggi è attraversata dal chiacchiericcio continuo che si consuma sui pianerottoli della Scala in cui si bisbigliano verità e supposizioni, spesso soffocate in nome della comune rispettabilità.

È al crepuscolo, quando si acquietano i rumori della strada

E allora assordante il suono della scala si fa feroce. Rimbombano sulle sue mura grigie parole che hanno un’eco

La drammaturgia di Rosso incontrò nelle regie della Pavlova una perfetta scrittura scenica, anche grazie e soprattutto alle interpretazioni di Renato Cialente, con cui il sodalizio durò per molti anni.

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