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Drammaturgia e regia
Alessia Oteri
Assistente alla regia
Francesca Consiglio
con Laura Astolfi, Riccardo Bucci, Mattia Cascioli, Marica D’Abbruzzo, Alessio Di Gese, Piero Di Marzia, Alessandra Febo, Iacopo Landrini, Margherita Messina, Veronica Morelli, Vincenza Morelli, Lorella Pipi, Adriana Santolamazza, Stefano Sartini, Ester Trevisan, Roberta Ullasci, Monica Verde.
Questo terzo studio attraverso l’Iliade ripercorre il tema dei ritorni: cosa resta di Ilio, dalle ampie strade, cosa accade agli eroi dopo la presa di Troia. Ai vinti e soprattutto ai vincitori, i cui ritorni sono spesso segnati da un epilogo tragico e su cui sembra gravare ancora il peso di una guerra che resterà talmente viva nell’immaginario da essere celebrata in un disegno catartico collettivo.
Un materiale drammaturgico che attinge - sempre attraverso una scrittura originale - non già e non solo dall'Iliade, ma in parte anche dall'Odissea, dall'Eneide, dalle tragedie di Eschilo ed Euripide, e più in generale da quei passaggi che abbiamo rintracciato attraverso l'epica e la tragedia antica e che trattano i Nostoi, i ritorni degli Achei dopo la guerra di Troia.
La scena si apre sull'inganno del cavallo - sul destino che coglie Priamo, Andromaca, Ecuba, Cassandra, il piccolo Neottolemo, i vinti, e da quello scenario di sangue, devastazione e silenzio si sposta poi ad Itaca, nella reggia di Odisseo, assediata dai Proci, i pretendenti di Penelope. Il viaggio di Telemaco alla ricerca del padre Odisseo è occasione per tornare ancora indietro, e rintracciare il destino non solo di Odisseo - l'ultimo degli eroi, che nel nostro testo appare solo sul finale, ultimo superstite di una storia che già gli aedi raccontano, testimone di un passato eroico che non è più, e del suo stesso racconto, - ma anche di Menelao, Aiace, Diomede, e gli altri Achei di cui solo pochi avranno un felice ritorno in patria.
Nulla più resta di te Ilio
Nulla più resta di te Ilio se non questa massa spaesata di vinti di donne che attonita e muta nella livida alba fu portata alle navi e spartita – Andromaca, Ecuba , Cassandra - gheras onore, bottino di guerra.
[Cassandra, Foto di scena Tiziano Santin]
A Itaca Penelope attende sapientemente Odisseo, tesse e disfa ogni notte la sua tela per trarre in inganno i Pretendenti superbi.
Telemaco parte nel suo viaggio a ritroso alla ricerca del padre e attraverso i racconti di Nestore e poi di Menelao comincia a mettere insieme i tasselli di una storia che inizia dopo quella notte ad Ilio, quando gli Achei ubriachi di vittoria si disperdono.
Cupa e brulla Itaca abitata solo da fantasmi
Ma io aspetto. Non credo alle voci delle donne. Non credo ai pretendenti che mi infestano di vino e di arroganza i ricordi.
[Penelope, Foto di scena Tiziano Santin]
La narrazione delle sorti dei maggiori tra i capi Achei è anche memoria di una guerra durata 10 anni, per Elena, eidolon, idolo, simulacro e sembianza, o forse donna in carne ed ossa, figura che attraversa i XXIV canti del testo di Omero e che ritroviamo ancora nell'Odissea alla reggia di Menelao non più depositaria della bellezza di un tempo eppure ugualmente enigmatica e sfuggente. E ancora è la memoria di una guerra iniziata con un sacrificio, quello di Ifigenia da parte del padre Agamennone , e che chiude il suo cerchio - tra le tante ramificazioni del mito - con un altro sacrificio, quello di Polissena, figlia di Priamo. Entrambe giovani, entrambe sacrificate affinchè le navi possano avere venti favorevoli.
Non piangermi madre
vado libera guardami perché questa guerra abbia fine. Non piangermi madre vado libera guardami perché questa guerra abbia inizio
[Polissena, Ifigenia - Foto di scena Tiziano Santin]
La consapevolezza di una guerra vinta con l'astuzia, attraverso la mente colorata di Odisseo, polymechanos, e quindi e forse in una possibile analisi con l'inganno, mette tutti sullo stesso piano, vincitori e vinti. Ubriachi di vittoria, dopo aver saccheggiato ilio, fatto razzia di quanto resta, gli Achei si disperdono, indecisi se partire o restare. Le vele vengono ammainate ma il ritorno è funestato da venti contrari, alcuni tornano indietro, altri tentano la sorte. E' un esercito spaesato, su cui potente si staglia la narrazione degli uomini che seguono l'indovino Calcante.
Furono molti gli uomini
che a Ilio lasciammo la notte che il dio disperse le navi la notte che il dio ci disperse, mettendoci gli uni contro gli altri, achei contro achei vincitori di/ niente/ una guerra non nostra, combattuta per Elena una/ donna/ eidolon forma o carne
Gli straccioni, che all'indomani della guerra Calcante, l'indovino, si porta via per terra, la parte meno nobile e gloriosa dell'esercito di Achei, che lo segue, per la sua possibilità di divinare i segni, resta una delle immagini più potenti di questa narrazione che da questo momento in poi vede solo un esodo di di uomini destinati irrimediabilmente a perdersi : Aiace, Achille, Agamennone, e in ultimo Odisseo, testimone della sua stessa storia, testimone di un racconto che chiude l'epoca degli eroi di cui gli aedi cantano.
[Il racconto di Calcante, Foto di scena Tiziano Santin]
Sfilavano muti, e ciechi. Un esercito di vincitori
di vinti, per la piana di Troia dove tante volte avevamo aggiogato i cavalli, spogliato i corpi dei nemici, dei troiani dalle belle armature, sfilavano muti, in silenzio dietro quell’uomo che si diceva sapeva leggere i segni, un esercito di straccioni che sarebbero morti. Spartimmo il bottino, nella notte in cui ancora ardevano i roghi sopra Ilio dalle ampie strade, sopra Ilio che avremmo preso con l’inganno e la colpa.
[Foto di scena Tiziano Santin]
Questo nostro terzo studio sull'Iliade, in cui abbiamo percorso il tema dei Nostoi, deve moltissimo non solo ai testi classici, ma anche ad alcune fra le analisi critiche moderne. In particolare alcune suggestioni derivano dalla lettura dei libri di Giulio Guidorizzi.
Tra le altre fonti di studio Roberto Calasso, Piero Citati e J. P. Vernant. E molte altre letture spesso disordinate e disparate che in questi 5 mesi hanno nutrito il nostro immaginario e fatto sì che questi lavori potessero trovare una forma coerente.
Iliade, cinque percorsi è un progetto di studi a cura dell'Associazione MetisTeatro. Ideazione, drammaturgia e regia Alessia Oteri.