Un vecchio manicomio abbandonato nel cuore dei Balcani, ricovero per un gruppo di persone scampate alla ferocia della guerra, e volontariamente rinchiuse in una sorta di microcosmo autistico nell'attesa degli eventi, aiuti umanitari che piovono dal cielo e un dottore in missione chiamato a prendersi cura di loro e che porta con sé un misterioso segreto.
Questo lo scenario de “Il colonnello con le ali”, dell'autore bulgaro contemporaneo Hristo Boytchev, un testo ironico, spensierato, poetico; sullo sfondo della guerra nei Balcani che ha attraversato gli anni ’90, mossa da una serie di motivazioni economiche, interessi e ambizioni personali dei diversi leader politici coinvolti e che ha visto contrapporsi frontalmente etnie e religioni, popolazioni delle fasce urbane e delle aree rurali e montane, a porre fine all'esperienza della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Una sorta di armata Brancaleone in tuta mimetica che, grazie all’intervento del colonnello Fetisov, ritrova il proprio passato militare per raggiungere
l'agognata meta e portare il proprio messaggio di pace.
Il colonnello con le ali, di Hristo Boytchev, Teatro Centrale Preneste, Roma - Febbraio 2018
Signori, signori! Voi non siete matti signori.
Siete solo diversi dagli altri. È molto semplice. Voi non siete stati creati per questo mondo signori, perché questo mondo è stato creato per quelli che sono tutti uguali.
Foto: Giorgia Cacciante