Di seguito una integrazione alle FAQ, I nostri principi generali, una lettera aperta ai soci:
agli attuali, a quelli del passato e del futuro
Alessia
PRINCIPI GENERALI
1.
In Metis tutti sono UGUALI
Non ci sono protagonisti. Non ci sono primi attori, non ci sono prime attrici.
I ruoli vengono attribuiti a turnazione.
2.
Metis è un luogo
PROTETTO, PULITO
in cui si lavora affinché tutti possano essere messi nelle condizioni
di esprimersi liberamente, senza sentire il peso del
GIUDIZIO.
3.
In Metis i soci si supportano gli uni con gli altri.
Non è ammesso il chiacchiericcio, il parlottio, né in prova, né fuori.
4.
In Metis non sono ammesse
– ora, sempre, in prova, dentro, fuori, in privato, al Grottino e nei chattini carbonari-
le seguenti frasi:
Ti posso dire una cosa?
Ti posso dare un consiglio?
Secondo me …
Perché non la fai così e cosà…
Sai ho visto Gassman su youtube che la faceva in questo modo
Anche se dette in buona fede
5.
In Metis nessuno deve prendersi la libertà di dare consigli a nessuno.
A. Perché ci sono una o più persone incaricate a farlo
(Regia – Collaboratori)
B. Perché nessuno è Strehler
C. Perché anche qualora l'umile consiglio sia dato in buona fede
nessuno può sapere/conoscere/comprendere quanto possa ferire la suscettibilità dell’altro.
D. E’ preferibile - in generale - occuparsi delle proprie intonazioni.
6.
In Metis il lavoro non si affossa.
Mai.
Non è responsabilità dei soci
né competenza stabilire se una cosa è fatta bene o male,
se la porteremo a casa bene o male.
C’è un responsabile per questo: ha nome e cognome
alla voce REGIA.
L’unica responsabilità dei soci è venire alle prove
(compatibilmente con le vite faticose che tutti conduciamo),
arrivare il più possibile con la memoria a posto,
non accentrare l’attenzione (in vari modi e eventuali)
e stare.
6.1
In Metis il lavoro è lento e passa anche attraverso lo studio e la comprensione dei testi : perchè il lavoro di ricerca fa parte del percorso e perchè rappresenta una porta di accesso privilegiata di approfondimento e analisi . Il socio non attende smanioso un copione - che spesso arriva in ultimo - non conta le battute e non valuta in base a quelle se stare o andare. Perchè nel caso gli verrà indicata e con anticipo la porta (ben visibile e segnalata e conforme al DVR).
6.2
In Metis l'affossatore seriale è invitato a firmare il DVR e a prendere altre vie.
Che sono tante e entusiasmanti.
7.
In Metis non si parlotta, non discute,
non si fanno chiacchiere alle spalle.
I detrattori si autoescludono da sé dopo pochi mesi
O vengono accompagnati all'uscita
(Che è sempre ben Visibile, grande e segnalata)
8.
In Metis è
preferibile evitare di parlare di altri corsi, esperienze,
Nel bene e nel male.
Nel bene perché non è carino
Nel male perché tutto porta a pensare che una volta fuori lo farete anche di noi.
Ogni esperienza è valida ed è a sé.
Tutti hanno diritto di fare le scelte che vogliono.
E anche se possibile
di non inquinare l’ambiente con racconti fantasmagorici che nascondono spesso
altre frustrazioni.
9.
L’unico principio veramente antidemocratico è questo:
in Metis ( ma in genere in teatro)
non può esserci democrazia.
è una questione di RUOLI.
Senza regole, e senza ruoli, non si va da nessuna parte.
si fa solo confusione.
10.
Il raffreddore
Ci si ammala.
E’ normale.
L'importante è che l'influenza stagionale
Lo starnuto e la tosse sui copioni degli altri
non superino il livello di attenzione.
In quel caso è bene curarsi
con molta aspirina
e con figure professionali in grado di contenere
l'eccessiva richiesta di attenzioni
(psicoterapeuta)
11.
Il gruppo è fatto dalle persone.
Quanto accade sulla scena, dentro, oltre e fuori, è segno di quello che siamo.
Se il gruppo è sfasciato: in scena si vede.
se è percorso da inquinamenti di vario tipo, in scena
si vede
IN SALA
1.
In sala si sta a piedi scalzi
2.
I Bicchieri si riportano possibilmente da Zio.
3.
Le bottiglie si buttano negli appositi contenitori (cestino del bagno/secchione della differenziata sulla strada)
4.
Le patatine – se è proprio necessario – si mangiano possibilmente fuori dal tappeto blu, (ad oggi nero a scacchi, nuovssimo, bellissimo, ndr) e evitando di sbriciolare, e di masticare a quattro ganasce Crock/Crock Crock/Crock.
5.
Le carte di caramelle non si inguattano nel portaombrelli.
IN PROVA
1.
In prova, in particolare in occasione degli INTERGRUPPO
Quando il numero degli astanti supera quello previsto dal DVR
(è una battuta eh)
È preferibile:
Evitare di entrare e uscire dalla porta in continuazione
disturbando chi sta provando in quel momento,
bivaccare, parlottare, evitare di farsi riprendere CONTINUAMENTE,
chiedere scusa e dopo un momento ricominciare come se nulla fosse.
Perché SI DISTURBA E SI DISTRAE
E SOPRATTUTTO
non si mostra RISPETTO alcuno per
chi sta lavorando in quel momento.
E' sempre opportuno domandarsi :
Come mi sentirei se questo accadesse mentre sto lavorando io?
(Prendetevi un minuto per pensare)
2.
I costumi – quando è il momento – si indossano:
non si raccontano (ho una gonna/pantalone che sta a casa di nonna, poi la porto, intanto ti spiego: è fatta così),
non si mostrano su carta, telefonino, o qualsiasi altro supporto che non sia il corpo dell'attore.
Per una semplice ragione : PERCHE’ SI PERDE TEMPO.
E soprattutto perché il supporto carta/telefonino/ racconto in prosa dell’armadio della nonna,
non restituisce mai il reale.
Che è TUTTI INSIEME, sulla scena.
E che con ogni probabilità poi è un pugno in un occhio rispetto a quella cosa che vista da sé sembrava funzionare.
Quindi:
Una volta avute quelle due/tre indicazioni di massima dalla regia:
arrangiatevi, proponete.
E se proprio non avete idea di cosa mettere
Chiedete alla regia un consiglio, mandate una foto
MA NON IN PROVA.
Fuori orario/ anche di notte/
con la consapevolezza che vi verrà risposto di sì,
e che poi il vostro outfit verrà smontato con ogni probabilità in prova generale.
Consiglio: indossate TUTTO prima.
3.
I copioni non si dimenticano.
Il copione è una parte del corpo dell’attore.
E’ sacro. Rappresenta il valore che l'attore da a quanto sta facendo.
Se vi domandate perché ogni copione dimenticato viene buttato nel cestino,
domandatevi anche perché:
Se voi non avete rispetto del vostro lavoro, perché dovrebbe averlo chi recupera il vostro copione dimenticato?
4.
Quando non si è direttamente coinvolti sulla scena si ascoltano gli altri.
Perché dagli altri
SI IMPARA.
Per tutti coloro che si dovessero sentire già imparati:
il teatro sta aspettando Voi.
Coraggio: dimostratelo
IN TEATRO
1
In teatro si sta in SILENZIO.
Non si entra come un’orda di barbari, non si MANGIA,
(o se proprio necessario lo si fa con discrezione, possibilmente in camerino)
si rispetta lo spazio e si rispetta il lavoro delle maestranze , in particolare dei TECNICI .
I tecnici non sono i servi di scena.
Generalmente ne sanno più di tutti i cast della stagione
messi insieme.
2.
Se il tecnico sta sulla scala per un puntamento,
la sostituzione di un proiettore o qualsiasi altra ragione,
si sta IMMOBILI. Immobili vuol dire IMMOBILI.
Da intendersi proprio alla lettera. IMMOBILI.
Per una ragione semplice: perché c’è una persona su una scala e qualsiasi oscillazione del palco E’ PERICOLOSA.
3.
Le luci si fanno con i costumi di scena.
Perché le luci sono un quadro disegnato sul corpo degli attori
Se indossate il bianco è un conto.
Se indossate il nero un altro.
Se pure le vostre mise dovessero impuzzolirsi di puzze varie
Pace: si laveranno dopo lo spettacolo.
4.
Durante la prova luci, montaggio, allestimento, si soffre. In silenzio.
Non si chiacchiera, non si mangiucchia,
non si risponde al telefono,
non ci assenta per varie ed eventuali.
Sono quattro ore della nostra vita.
Quattro ore che sono il compendio di mesi di lavoro.
Quattro ore che sono il sacrificio che abbiamo fatto per esserci e stare.
Per arrivare puntuali, per arrivare con la memoria, per le prove e per la Maratona del fine settimana, (Cit)
Quattro ore.
Che se deconcentrati buttano a mare tutto quanto abbiamo fatto sinora.
LA REGIA SI DECONCENTRA
Il tecnico pensa che siamo una manica di amatoriali:
e generalmente non gli si può dare torto.
Perché ha ragione.
Lui – prima di noi – si è incollato almeno venti proiettori sulla scala a partire dalla mattina.
ha visto sul nostro stesso palco dove adesso deambuliamo più o meno sciattamente,
gente che la sa.
Tanto basti a restituirgli rispetto.
a lui, e al luogo, che talvolta può sembrare regalato.
ma non lo è mai.
5.
Dal teatro si esce con i complimenti dei gestori.
Per il nostro modo di stare.
E' successo: succede spesso.
Lasciamo che la tradizione continui.
DIETRO LE QUINTE
1.
In quinta, durante lo spettacolo, si sta DIETRO. DIETRO è da intendersi proprio alla lettera DIETRO.
Non dite : si, ma io stavo dietro.
Perché ho le prove.
2.
Gli oggetti DIETRO le quinte NON SI TOCCANO.
Perché spesso sono oggetti di scena che un altro attore ha lasciato lì
per la sua scena. E se non li trova e a fine spettacolo spara col bazooka
HA RAGIONE.
3.
In teatro NON si prendono INIZIATIVE senza prima CHIEDERE.
Non si spostano sedie/oggetti/ costumi/copioni.
4.
In teatro valgono le stesse regole della sala:
dopo lo spettacolo il camerino si lascia PULITO.
Bottiglie d’acqua, cartucce, cartuscelle e patatine, si BUTTANO nel cestino.
PRIMA DELLO SPETTACOLO
1.
Prima dello spettacolo
ci si aiuta.
Si mettono a disposizione
le proprie braccia, mani, macchine e cervello
per aiutare a caricare/montare/scaricare.
2.
Non si arriva in teatro gli ultimi 5 minuti utili prima della prova
chiedendo alle maestranze dove sono i camerini.
3.
Non ci lagna perchè il camerino è piccolo, i bagni sono lontani,
e non essendo talvolta possibile la distribuzione maschi /femmine qualcuno potrebbe guardarvi il sedere.
Sappiate che prima di entrare in scena del vostro onorevole di dietro non gliene frega una ceppa a nessuno.
L'800 è finito da un pezzo.
4.
Prima dello spettacolo NON SI BEVE.
Il vino fa biascicare e dà l’illusione effimera di esserci.
Fa perdere i tempi delle battute.
Falsa la scena.
Se la storia è piena di attori mbriachi
(perchè pure questo m'è toccato sentire)
beh si vede che avevano un'ottima articolazione.
Non è il nostro caso.
5.
Prima dello spettacolo
non si tedia il prossimo con la propria ansia.
Si prende una valeriana
e si soffre in silenzio.
5.1
Prima dello spettacolo valgono decuplicate
le regole generali:
la posso dire prosaica e accessibile a tutti?
Evitate de rompe li cojoni.
(sto male, ho paura, ho il raffreddore, c'ho mi nonna, non poi capi che m'è successo,
eh però in questa quinta dovrei passare io, eh però non si può sposta la terra, eh però ho il solletico sui piedi, eh però comunque sia non abbiamo provato la MIA entrata abbastanza)
5.2
L'unica lamentela eventualmente ammessa non è mai fra gli attori ma ALLA REGISTA. Diretta. E a vostro rischio e pericolo.
DURANTE LO SPETTACOLO
1.
Durante lo spettacolo si sta concentrati.
Non si ruba la scena
Non si prendono iniziative
Non si improvvisano cose mai fatte
perchè folgorati da talento divino
Se ci si dimentica qualcosa qualcuno verrà a salvarvi
Se nessuno avrà la prontezza di salvarvi
buttatevi a terra e fingetevi morti
che è sempre meglio di chiedere scusa
(Purtroppo devo ancora riprendermi da Sogno di una notte di mezza estate, ed 2011
dove l'attrice dopo aver chiesto scusa fece anche l'inchino)
2.
Durante lo spettacolo si sta. Come si deve stare.
E c'è un unico modo. Che non ha nulla a che fare con nessun metodo e nessuna scuola.
Perchè purtroppo non potrà insegnarvelo nessuno.
Mai.
DOPO LO SPETTACOLO
1.
Si aiuta allo smontaggio.
2.
Se spettatori di altri gruppi, o anche se attori nello stesso spettacolo
ci si esime dall’elargire consigli e pareri random su questo e quest’altro.
Mi sei piaciuta/o, bravo/bello/bene
lui si, lui no,
tu si, tu no,
lui anche, tu un po' meno.
Di Marco Antonio Lucidi ce n'è uno.
Ed anche molto bravo.
Grazie, se la critica sinora ha fatto a meno di voi
ci sono una e più ragioni.
(Come vi sentireste se le critiche in "buona fede" fossero fatte a voi?
PRENDETEVI UN MINUTO PER RIFLETTERE)
In ultimo permettetemi una riflessione che l’esperienza di tanti anni mi ha insegnato.
La differenza tra AMATORIALI e PROFESSIONISTI
È una cosa effimera,
che non dipende dal campare o meno su quanto si fa.
L’unica VERA DIFFERENZA
È nel rispetto, nella modalità di STARE
Nella comprensione del senso e del valore
Che PASSA anche attraverso quanto scritto qui sopra.
Ci sono molti professionisti amatoriali
e molti amatori che al professionismo
Non hanno nulla da invidiare.
il talento qui non c’entra.
E ve lo posso sottoscrivere
Il presente regolamento si intende approvato firmato e sottoscritto da tutti i soci.
La direzione artistica si prende la libertà di integrarlo/aggiornarlo/rivisitarlo e correggerlo all'occorrenza.
I VOSTRI SUGGERIMENTI
1.
PUNTUALITA’, SILENZIO QUANDO PROVANO GLI ALTRI
RISPETTO PER LE COSE ALTRUI, IN PROVA E DIETRO LE QUINTE.
RESTITUZIONE DELLE COSE PRESTATE
2.
Studiare la parte all'ultimo minuto può danneggiare il gruppo: non solo perchè rischi di non dirla, ma soprattutto perchè crea ansia e insicurezza negli altri, non permette di provare con ritmo giusto della scena, riduce il margine di intervento creativo della regia, non consente la cura dei dettagli, riduce la possibilità di crescere e migliorarsi.
3.
Non si fa bivacco mentre gli altri provano. Annate ar Pigneto.
4.
Non si danno indicazioni su cosa fare in scena.
5.
Durante le prove evitare di parlare, entrare e uscire in continuazione facendo rumore con la porta.
Buttare tutto quello che si fa entrare in saletta ( tipo bottiglie vuote)
Evitare commenti e suggerimenti sulla recitazione altrui (ovviamente tra associati) e di fare riferimento a vecchi spettacoli
Collaborare al trasporto di oggetti di scena ed allo smontaggio post spettacolo
Evitare di parlare dietro le quinte e disturbare gli altri
Evitare di sporcare dietro le quinte
Regola generale: evitare di creare divisioni nel gruppo e cercare di essere aggreganti.
6.
Trovare un momento per presentare il vademecum in plenaria.
Perchè valga per tutti e non per uno.
7.
Si rispettano le scelte artistiche della direzione e se non ti sta bene cambia associazione.